La buona salute dell’intestino è la base della nostra buona salute. Attraverso la buona salute dell’intestino passa anche il controllo del peso corporeo ed il controllo di fattori di rischio come l’iperinsulinismo.
I batteri intestinali hanno avuto alterne fortune scientifiche: si passa dall’esperimento di tanti anni fa in cui si facevano nascere bambini in assoluta asepsi per non far colonizzare l’intestino al considerare la “flora intestinale batterica”come un accessorio sgradevole ma inevitabile. Attualmente è variata anche la terminologia per cui “flora intestinale” è stata sostituito da “microbiota” per porre l’accento in particolar modo sul fenomeno di insieme rappresentato dai batteri.
Il microbiota intestinale comincia a formarsi già entro le due ore dalla nascita e solo verso i due anni di età assume le caratteristiche che permarranno nel tempo; l’azione di questi batteri fondamentalmente è di cooperazione alla realizzazione della seconda digestione: in poche parole”non si butta nulla”.
Il microbiota ha funzioni positive come: aiuto nella digestione, incremento delle risorse immunitarie locali, stimolo allo sviluppo dei microvilli, fermentazione di fibre da cui ricavano acidi grassi liberi a corta catena come l’acido butirrico, l’ac. propionico, l’ac. lattico ed acetico. Il microbiota interviene nella metabolizzazione di sotanze pericolose come le nitrosammine, le ammine eterocicliche, il colesterolo, gli acidi biliari.
Fondamentalmente nel nostro intestino sono presenti due grosse categorie di batteri i FIRMICUTES ed i BACTEROIDETES. L’aumento dei FIRMICUTES è associato ad incremento ponderale ed insulinoresistenza, l’inverso si realizza con i BACTEROIDETES.
L’alterazione del microbiota viene detta “DISBIOSI INTESTINALE”; la perdita delle azioni protettive suddette conduce a patologie anche gravi del colon, da patologie infiammatorie croniche fino al cancro.
La disbiosi intestinale è caratterizzata da uno spostamento del rapporto FIRMICUTES-BACTEROIDETES a favore dei primi con aumentata produzione di una molecola particolare, una endotossina prodotta dai batteri gram negativi detta LIPOPOLISACCARIDE. Tale molecola tossica, attraverso il fenomeno del gocciolamento, attraversa la barriera rappresentata dai villi intestinali e va in circolo. Questa endotossinemia è riconosciuta come elemento scatenante uno stato infiammatorio ed una alterazione metabolica che conduce ad insulino resistenza.
Cosa genera un aumento dei FIRMICUTES a sfavore dei BACTEROIDETES? Una alimentazione eccessivamente ricca di grassi e carboidrati e povera di fibre.
Molto importante un esperimento condotto sui topi: il trapianto di microbiota di persone obese o magre in topi allevati con dieta ricca in fibre, conduce ad una modifica del fenotipo dei topi, che acquisiranno peso o manterranno il peso concordemente al microbiota trapiantato.
Vi sono esperimenti analoghi che studiano le modifiche alla risposta genica nei confronti di un enzima del Sistema degli Endocannabinoidi dato dalla variazione dei batteri intestinali. Il Sistema Endocannabinoide è riconosciuto avere una notevole importanze nella gestione dell’appetito e del consumo energetico.
Da queste brevi note spero risalti l’importanza da conferire giorno dopo giorno alla cura metodica del proprio intestino, un po’ come se fosse la cura della cute del volto…
L’alimentazione quotidiana non può prescindere da una abbondanza in verdure crude e cotte al vapore (per non dissipare vitamine ed antiossidanti) e soprattutto verdure amare che sono ricche in inulina che nutrono specificamente i BACTEROIDETES; poco sfruttato nella nostra cucina, ma molto utile è il topinambur, dal sapore misto di patata e carciofo, ricco in inulina.
La cura del nostro intestino, oltre l’apporto di fibre, si basa sempre di più su un adeguato apporto di acqua, imprescindibile ogni giorno; raccomando sempre acqua ricca in bicarbonato prima durante e dopo il pasto e per chiudere la giornata una bella tisana al finocchietto e poi a nanna.