Nella persona anziana il ruolo della nutrizione riveste un ruolo molto importante.
Se la persona anziana ha avuto dei trascorsi di cattiva attenzione nei confronti dell’alimentazione, i danni saranno moltiplicati dai normali processi di invecchiamento. Una alimentazione che veda un apporto sconsiderato di carboidrati garantisce un eccesso di insulina che a cascata procura una serie di eventi negativi: aumentata resistenza insulinica, continuo stimolo all’aumento di numero degli adipociti bianchi con funzione di stiva dei trigliceridi, che sono una forma di accumulo del glucosio. Questi nuovi adipociti bianchi originano dalle cellule staminali presenti in gran numero nel tessuto adiposo; le cellule staminali sono cellule che possono differenziarsi in vari tipi cellulari, come i fibroblasti, che producono collagene, come le cellule muscolari od ossee. Se l’equilibrio della differenziazione dei fibroblasti è spostato unicamente verso la produzione di cellule adipose, si avrà un conseguente impoverimento del versante osseo , muscolare e cutaneo; in altre parole, la persona obesa invecchia prima.
Ma quali sono i fenomeni fisiologici dell’invecchiamento? Sono dei fenomeni imputabili principalmente a meccanismi di stress ossidativo a vari livelli cellulari: danni a i lipidi della membrana cellulare; danni alle proteine strutturali della cellula; danni al DNA nucleico e mitocondriale con conseguenti mutazioni cellulari; danni anche all’RNA con successivi errori di trascrizione. L’accumularsi di questi danni alla cellula ed al suo patrimonio genico portano ad un decadimento funzionale della cellula stessa, fino alla morte.
Ma nell’anziano intervengono anche dei cambiamenti di alcune facoltà che cooperano a modificare lo stato nutrizionale: si riducono progressivamente gusto ed olfatto con susseguente riduzione dell’appetito; si realizza anche una minore secrezione dei succhi gastrici e della produzione enzimatica con minore assorbimento dei nutrienti; la monotonia della dieta, comune nell’anziano conduce ad una ridotta conversione dei precursori Omega 3 ed Omega 6 in acidi grassi a lunga catena come l’EPA, il DHA, il GLA e l’acido arachidonico.
I danni alle proteine da stress ossidativo, il ridotto apporto nutrizionale portano ad una condizione di sarcopenia, cioè di riduzione della massa muscolare: questa determina, ovviamente una riduzione della forza, della sicurezza nel camminare. Tale condizione va compensata con una alimentazione bilanciata tra proteine animali, preferendo la carne bianca, e proteine vegetali con scarso contenuto di acidi grassi saturi; si può aggiungere ai pasti anche della frutta secca come noci e nocciole ( poche mandorle per l’apporto di acido arachidonico); cereali integrali come orzo e farro; consentiti anche i formaggi magri come i caprini o il primo sale; non evitiamo assolutamente le uova. L’anziano va incontro ad una fisiologica perdita di peso corporeo; per opporsi a questa condizione è utile distribuire l’apporto proteico su tre pasti principali: da evitare l’abitudine di tanti anziani di cenare “leggero” solo con una tazza di latte o con un brodino…
E’ necessario arricchire i pasti deglia anziani con frutta e verdura per compensare i deficit di vitamine, di minerali ed antiossidanti.
Un altro versante di deficit per l’anziano è l’apporto di acidi grassi polinsaturi (i PUFA) specialmente gli Omega 3, per cui è necessario incrementare il consumo di pesce azzurro e salmone che sono ricchi di EPA e DHA. Per supplementare l’apporto di Acido Alfa Linolenico (ALA) è possibile miscelare all’olio di oliva extravergine l’olio di semi di lino ottenuto per pressatura a freddo nelle proporzioni di 70 di oliva e 30 di lino.
Nell’anziano, la monotonia dei pasti è il rischio maggiore di una alimentazione pluricarente, per cui è molto utile superare la logica del menù settimanale, invariabile e fisso.
Mantenere un apporto di PUFA adeguato riveste un ruolo protettivo nei confronti della Degenerazione Maculare , che è la principale causa di riduzione dell’acuità visiva dell’anziano.
Ma un adeguato apporto di Omega 3 risulta molto protettivo nei confronti delle patologie del decadimento cognitivo e verso l’Alzheimer. Nei confronti dell’Alzheimer la sinergia dell’apporto di Omega 3 e fattori antiossidanti di frutta e verdura, propri della Dieta Mediterranea, risultano le armi principali contro questa terribile malattia.