Ormai il mondo intero è invaso dal junk food; ad ogni angolo di strada c’è qualcuno in grado di propinarci “schifezze”… il grosso guaio è l’atteggiamento psicologico nei confronti del junk food: “farà pure male… ma ogni tanto è piacevole…”
Ciò che mi fa più irritare è che dietro al junk food non c’è solo una cucina di scarso livello e pessima qualità, ma soprattutto un piano di utilizzazione industriale
del cibo per un mercato da svariati miliardi di dollari o euro. E’ stato calcolato che il mercato di bibite e junk food legato ai bambini obesi negli Stati Uniti è pari a 60 miliardi di dollari; considerando che questi bambini purtroppo potranno diventare degli adulti obesi è facile immaginare l’enorme guadagno anche nel tempo.
Ma cosa è il cibo spazzatura? È un cibo di scarsa qualità, con caratteristiche di estrema appetibilità, data dalle grandi quantità di grassi e carboidrati e dalle modalità di cottura che esaltano le caratteristiche. L’aggiunta di notevoli quantità di grassi e zuccheri, insieme alla modalità di cottura, servono a mascherare la scadente qualità della carne o delle verdure utilizzate.
Mi sembra piuttosto evidente che un mercato mondiale dell’agricoltura di quantità e non di qualità punti allo junk food per utilizzare le enormi quantità di cibo a basso prezzo che vengono prodotte. E fin qui siamo ancora in una ottica di produzione e vendita… se non fosse che a complicare il tutto c’è la sproporzione tra le capacità offensive dell’industria alimentare e le possibilità di difesa del consumatore.
Mi spiego meglio: è dimostrato che i bambini che “subiscono”la pubblicità (molti miliardi di euro o dollari investiti) aumentano considerevolmente i consumi; l’arricchimento dello junk food con zuccheri, sale, glutammato, grassi, determina una iperstimolazione cerebrale a livello dei meccanismi della “gratificazione” che crea “DIPENDENZA” alla stessissima stregua degli stupefacenti…
Tale dipendenza fa in modo da aumentare il comportamento compulsivo nei confronti del cibo spazzatura, riducendo la capacità di controllo dei centri cerebrali deputati al.. controllo!!. Tale condizione richiede una stimolazione costante da parte del cibo super appetibile per evitare di entrare in un persistente stato psicologico di ricompensa negativa. Come nel cervello di pazienti con tossicodipendenza da cocaina, anche in questi pazienti si osserva una drastica riduzione dei recettori D2 della dopamina.
Una serie di esperimenti condotti su cavie alimentate con cibo spazzatura, ha mostrato, dopo solo una settimana di questa alimentazione, una perdita netta della memoria delle cavie; un gruppo di controllo alimentato in maniera normale ma con un eccesso di zucchero nell’acqua da bere mostrava lo stesso deficit mnemonico. Tale deficit cognitivo è stato messo in relazione ad una condizione di infiammazione dell’ippocampo, una parte del cervello deputata alla memoria.
Un altro trucco usato dall’industria consiste nel rendere il cibo facilmente masticabile, così da non stancare le mandibole e facilitare una ingestione a getto continuo.
E questi sono gli aspetti più “disgustosi” (e non uso un aggettivo a caso) di tutta la vicenda.
Quando parliamo di junk food siamo portati ad immaginare cibo solido, mentre parte integrante della categoria sono le bibite gassate e “zuccherate”,
e magari fosse solo questo: allo zucchero e all’acqua viene aggiunto il fosforo. Queste bibite sono la quintessenza dell’inutilità e del danno in quanto non sono altro che acqua, zucchero a profusione, coloranti e a volte anche altro. Mi è capitato più volte osservare come alcune madri, per fare bere i loro figli piccoli, sostituiscano l’acqua con quelle bevande ricche in sali minerali e zucchero che sono consigliate per il dopo sport….un inutile carico in sali che appesantisce il sottocutaneo ed impegna maggiormente il rene. Ovviamente anche questo mercato è estremamente florido. Per non parlare poi delle famiglie nelle quali a tavola non viene messa l’acqua ma la Coca Cola.
Ma nei fatti qual è lo junk food che ci perseguita nei supermercati, nei cinema nei parchi?
Le bibite gassate e zuccherate: inutile introduzione di zuccheri con costante acidificazione del corpo (una bibita gassata da 350 ml contiene 10 cucchiaini di zucchero).
I gelati industriali: di recente è stata consentita l’immissione di una proteina antigelo che rende il gelato quasi inscioglibile.
I wurstel: ottenuti dalla compressione a basso p
eso delle carcasse di pollame così da ottenere il tanto amato colorito roseo, così pieni di nitriti da essere pericolosi per l’insorgenza di cancro gastrico.
Le “maledette” patatine fritte, così gratificanti e così poco sazianti e così ricche di acrilamide dal potere cancerogeno.
Salumi ed insaccati industriali, anch’essi ricchi in nitriti.
Cornetti e dolci da forno, ricchi in grassi idrogenati trans che alterano stabilmente la costituzione della membrana cellulare.
Bibite analcoliche light: su questo apriamo una ferita profonda data dallo scontro della ricerca indipendente contro la ricerca di parte sui presunti danni dell’aspartame. Di non secondaria importanza il problema dell’inquinamento dato dalle lattine e bottiglie di plastica che ingigantiscono le discariche, anche quelle dell’oceano Atlantico.