Nei due articoli precedenti ho preso in esame i danni legati all’uso della sigaretta, adesso è ovviamente importante parlare di ciò che si può fare per smettere.
Partiamo da alcuni dati di di fatto: il DSM IV e IC-10, cioè la summa teologica delle patologie, definiscono il fumo come una patologia da DIPENDENZA. Quindi tra le 4000 sostanze estranee inalate con il fumo di sigaretta solo la NICOTINA è responsabile dell’instaurarsi del fenomeno della dipendenza, cioè della necessità costante di stimolare il cervello (a questo proposito, un recente studio afferma che anche le sigarette elettriche caricate con 16.8 mg di nicotina generano ugualmente dipendenza anche se con ridotto rischio di contrarre il tumore). La DIPENDENZA si realizza quando si instaura il fenomeno della Tolleranza, cioè della necessità di aumentare le dosi della sostanza utilizzata per avvertire lo stesso effetto, e quando si instaura il fenomeno della dipendenza fisica, cioè della comparsa di sintomi fisici in assenza della sostanza d’abuso.
La Nicotina ha effetti particolari: inalata, si distribuisce rapidamente a tutto l’organismo ed al cervello, stimolando i recettori nicotinici dell’Acetilcolina, una sostanza importantissima nel nostro corpo; la sua azione dura 2 ore dopodiché il fegato, attraverso il citocromo P450, lo stesso che presiede alla respirazione cellulare, la metabolizza a COTININA che persiste ancora per 20 ore. La nicotina agisce anche a livello della ghiandola surrenale determinando rilascio di adrenalina con successivo aumento della glicemia; per converso determina riduzione del rilascio di insulina, quindi genera un altro meccanismo di incremento della glicemia; essendo una sostanza d’abuso provoca l’attivazione dei meccanismi della gratificazione con liberazione di dopamina. Facciamo adesso un test per valutare il livello di dipendenza:
MISURA QUANTO SEI DIPENDENTE DALLA NICOTINA *
L’azione di stimolo sul recettore è particolare perché, inizialmente, il recettore è stimolato, ma successivamente, molto più potente sul recettore stesso, è l’azione di blocco: a tale blocco recettoriale, il cervello risponde con quella che si chiama upregulation, cioè con l’aumento del numero totale dei recettori nicotinici; questo meccanismo di compenso ha una ricaduta grave al momento dell’assenza della nicotina perché, essendo aumentate le zone cerebrali a trasmissione colinergica e per le anomalie della liberazione di dopamina, i sintomi di astinenza sono molto importanti, per cui il fumatore, in buona sostanza, continua a fumare per annullare gli effetti negativi della mancanza, come se si automedicasse…
La desensibilizzazione dei recettori, come abbiamo visto, genera un aumento dei recettori stessi; tali recettori col tempo riacquistano sensibilità e basta il tempo di una notte per riattivarli: è questo il motivo per cui la prima sigaretta del mattino ha un “gusto” migliore.
Forse l’ho fatta un po’ lunga sulla fisiologia della nicotina ma è prologo importante per spiegare i motivi di una scelta terapeutica.
La mia proposta rispetto alla dipendenza da nicotina, è una terapia con una sostanza, la CITISINA, estratta da una pianta che si chiama Cytisus Laburnum, che è un agonista parziale nei confronti dei recettori nicotinici colinergici; agonista parziale significa che attiva la stessa risposta della nicotina, ma che avendo una affinità di legame con il recettore nicotinico sette volte maggiore rispetto alla nicotina stessa, la nicotina delle sigarette trova il recettore occupato e non funziona. Peraltro la CITISINA ha una azione importante di aiuto nella sindrome d’astinenza da nicotina in quanto lavorando sulla dopamina in alcune zone cerebrali riduce i sintomi astinenziali. Studi clinici dimostrano come la terapia con la CITISINA abbia dei risultati molto soddisfacenti per il mantenimento dell’astinenza a 12 mesi. In uno studio l’8,40% dei pazienti trattati con citisina era astinente dal fumo a 12 mesi, rispetto al 2,40% dei pazienti trattata con placebo.
Il trattamento che intendo attuare parte da una ricognizione generale delle condizioni cliniche del fumatore che verrà sottoposto a visita medica ed elettrocardiogramma e praticherà delle indagini ematochimiche. I dati verranno ampliati con lo studio della glicazione del collagene (gli AGEs) associato allo studio dello stress ossidativo, per indagare anche sulle risorse antiossidanti del fumatore. Sarà molto interessante confrontare nel tempo, con l’astinenza dal fumo, i dati relativi alla glicazione del collagene e allo stress ossidativo.
A completamento degli esami si parte con la terapia con la citisina che mediamente dura 25 giorni durante i quali si assumeranno secondo una precisa posologia, delle capsule che contengono ognuna 1,5 mg di citisina. Il fumatore nel corso dei primissimi giorni deve smettere di fumare: la citisina farà le veci della nicotina nel generare l’effetto del fumo. La posologia sarà decrescente, da 6 cps al giorno si arriverà a 2 cps al giorno. La posologia del farmaco non è comunque fissa, sono sempre io in qualità di medico a decidere.
L’impegno, la compliance del paziente fumatore devono essere sostenute da me; offrirò la possibilità di afferire ad una chat moderata nella quale il” fumatore pentito” possa non sentirsi solo nell’affrontare questo periodo sicuramente non semplice.
Da notare che il trattamento è esclusivamente con prescrizione magistrale e che il costo è mediamente tra il 10% ed il 20% del costo delle altre terapie accreditate. Se dovessi riscontrare condizioni di importante stress ossidativo e\o di glicazione del collagene prescriverò adeguata terapia di supporto.
Un ‘ultima considerazione: l’astensione dal fumo conviene anche dal punto di vista economico: un fumatore medio spende in un anno una cifra in danaro con cui potrebbe tranquillamente fare una bella vacanza…